Il digiuno intermittente
Mi chiamo Francesca Morganti e sono una biologa nutrizionista.
Il digiuno intermittente è un approccio alimentare che alterna periodi di alimentazione a periodi di digiuno controllato.

Il digiuno intermittente
Il digiuno intermittente è un approccio alimentare che alterna periodi di alimentazione a periodi di digiuno controllato, senza specificare quali alimenti mangiare ma concentrandosi sul quando mangiare. Negli ultimi anni ha guadagnato popolarità per i suoi potenziali benefici su controllo del peso, metabolismo e salute metabolica.
Non si tratta di una dieta restrittiva fine a sé stessa, ma di un metodo che può essere adattato alle esigenze individuali, promuovendo una gestione più consapevole della fame e dei tempi dei pasti.
La struttura del digiuno
Esistono diversi protocolli, tra cui i più comuni:
-
16/8: 16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione.
-
5:2: 5 giorni di alimentazione normale e 2 giorni con riduzione calorica significativa.
-
Eat-Stop-Eat: 24 ore di digiuno una o due volte alla settimana.
​
Durante le finestre di digiuno, l’organismo utilizza le riserve di glicogeno e può attivare processi di autofagia, che favoriscono il ricambio cellulare e la salute metabolica. È fondamentale garantire che i pasti consumati nelle finestre di alimentazione siano equilibrati e nutrienti, includendo carboidrati complessi, proteine di qualità e grassi salutari.
​
Il digiuno intermittente può aiutare a:
-
Migliorare la sensibilità all’insulina.
-
Favorire la perdita di massa grassa.
-
Regolare l’appetito e il controllo calorico.
-
Promuovere processi metabolici e di rigenerazione cellulare.
Tuttavia, non è adatto a tutti: chi soffre di disturbi alimentari, diabete tipo 1, gravidanza o altre condizioni cliniche particolari deve seguire questo approccio solo sotto supervisione professionale.
